Anche nell’epoca digitale, la Commissione europea immagina i giornali pensando alla “stampa”. Quella parola, dal sapore tecnologicamente antico è ovunque nel progetto di riforma del copyright della Commissione europea. E proprio alla difesa del mondo della “stampa” dalla concorrenza delle piattaforme online si riferisce uno dei contenuti più importanti dell’ipotizzata direttiva: l’introduzione del diritto di far pagare la ripubblicazione sui motori di ricerca anche solo di due righe tratte dagli articoli soggetti a copyright come fa Google News.
La direttiva proposta dalla Commissione europea si presenta come un necessario adattamento del copyright alla trasformazione digitale dell’industria che si occupa della produzione e distribuzione di servizi di informazione e programmi di intrattenimento.
Il contesto competitivo è cambiato radicalmente negli ultimi vent’anni e continua ad evolvere. Nel giornalismo, un mercato globale da 130 miliardi, nel 2016 il fatturato da pubblicità scende al di sotto del valore di vendite e abbonamenti, come registra Pwc. Nella musica, il ritorno alla crescita dopo una ventina d’anni di quasi continua contrazione è stato realizzato quest’anno con gli abbonamenti ai servizi in streaming, mentre continua a diminuire la vendita di dischi e il download di brani musicali, segnala Ifpi. Anche nel video le cose cambiano, con le nuove piattaforme on demand che si aggiungono alle tv in abbonamento per generare la crescita che da tempo le tv generaliste non ottengono.
tratto da Sole24ore
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